“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina”. Inizia con questa frase Kitchen, il primo libro di Banana Yoshimoto.
Io invece, quando sono stanca di tutto, quando ho i brufoli, quando di notte avverto la solitudine e telefono a tutti gli amici ma nessuno risponde, odio la mia nascita, la mia educazione, la mia stessa vita. Sono scontenta di tutto.
Trama
Mikage, orfana di entrambi i genitori e cresciuta con la nonna, resta sola dopo la morte di quest’ultima. L’amico Yuichi, che vive con la madre Eriko, le propone di trasferirsi per qualche tempo a casa loro, per sentirsi meno sola. Mikage accetta, trovando così una nuova famiglia un po’ alternativa. Infatti, ben presto la ragazza scoprirà che l’affascinante Eriko è in realtà il padre di Yuichi.
La giovane predilige la cucina come ambiente preferito di ogni casa che abita, trova che sia il fulcro della casa, la sua anima.
Una speranza nonostante tutto
Kitchen è stato il primo libro di Banana Yoshimoto, un successo che ha visto decine di ristampe sia in Giappone che all’estero. In alcune edizioni di Kitchen è presente anche il racconto Moonlight Shadow, scritto dall’autrice per la sua tesi di laurea, che racconta la storia di Satsuki, che perde il suo grande amore a causa di un tragico incidente.
Kitchen è un delicato romanzo struggente sulla solitudine, sulla perdita degli affetti, sul valore della famiglia, ma non solo. Con la gentilezza tipica dell’autrice si trattano anche temi delicati, come quello dell’omosessualità e della transessualità.
Lo stile narrativo è semplice, immediato, limpido, e genuino. La morte e la solitudine vengono trattate profondamente ma non con disperazione. La malinconia abita tutto il libro, ma non trascende mai nella rassegnazione pura, anzi lascia intravedere la speranza dei protagonisti nel riuscire a vivere nonostante tutto.
Titolo: Kitchen
Autore: Banana Yoshimoto
Casa Editrice: Feltrinelli
Genere: Romanzo
Lunghezza: 150 pagine
Titolo originale: Kitchin
Traduzione di: Giorgio Amitrano
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